About Me

Il mio percorso artistico comincia a Napoli come attore di “Commedia dell’arte” nella coop.teatrale “Gli ipocriti”, in una compagnia specializzata nel “Teatro per ragazzi” e diretta da Massimo Perez.

Ho studiato canto lirico a Napoli, Palermo, Roma e Firenze con i Maestri Margherita Rinaldi, V. Barcellesi, J. Ansorena, E. L. Smith, Nisticò, De Bari e Nino Li Vigni, con i quali sono riuscito a fare una sintesi importante di quella tecnica vocale che ha bisogno dell’emozione e del canto della vita vissuta.

L’ “Ensemble vocale di Napoli” diretta dal m° A. Spagnolo è stata la mia palestra musicale, nella quale ho imparato a conoscere il patrimonio musicale italiano ed europeo, nonché popolare, grazie alla collaborazione del gruppo con il m° R. De Simone.

L’attività di solista, nel corso degli anni, ha attinto al repertorio operistico, della canzone italiana, napoletana e internazionale.

M'AGMA: eruzioni emozionali

Regia Antonio Colandrea, Chitarra e voce Osvaldo Di Dio, voce Raimondo Ponticelli, Foto Luigi Bilancio

The seed of a dream

Quando ero bambino, il mondo in cui vivevo, mi appariva come un grande teatro. Ero affascinato da chi riusciva a riprodurre quel teatro… allora cominciai a recitare e a cantare in ogni luogo che frequentavo: a scuola, in famiglia e nell’Oratorio. Ero catturato dall’emozione che provavo ascoltando la voce di un attore o di un cantante alla radio. Mi emozionava, in generale, tutto ciò che era bello da vedere e da ascoltare. Mio padre era un artista, era il sarto dell’isola di Procida, dove sono cresciuto, suonava la fisarmonica conoscendo appena il nome delle note e gli accordi di base. Il mio primo maestro fu lui. Mio nonno cantava sempre, e non solo in tempi di pace.…forse sopravvisse alla prima guerra mondiale perché fu selezionato per animare le serate faticose dei colleghi militari al fronte. Mio nonno è stato il mio primo direttore artistico: mi faceva cantare con lui davanti a un vasto pubblico durante gli incontri di Natale in famiglia. Mia madre, di origine contadina, viveva il quotidiano con la tenacia di chi aveva lavorato la terra. Era la più giovane di sette figli, perse suo padre all’età di 8 anni dopo il suo ritorno dal fronte di guerra in Albania. La mia prima fan fu lei. Mi piaceva stare sul palcoscenico della vita con il mio ruolo…ed ero felice quando strappavo sorrisi o lacrime di gioia, o semplicemente creavo un momento di svago sano e piacevole, dopo il quale, la vita, speravo apparisse, al mio pubblico, più bella e più leggera. Ero adolescente. Un amico di famiglia, Michele, Comandante di navi mercantili, pittore e appassionato di musica lirica mi lasciava l’abbonamento del Teatro San Carlo quando ripartiva per rientrare a lavoro…un’esperienza di spettatore preziosa. Non è stato facile trasformare una passione in professione: ho avuto bisogno di bravi maestri e di conciliare sempre lo studio con il lavoro per sostenerlo.

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